di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL

Mentre osservando l’Unione Europea nel suo complesso il risultato delle elezioni è stato definito da più parti un «terremoto», dato il fatto che in molti Paesi, Francia e Germania in primis, gli equilibri politici sono stati capovolti con una significativa svolta a destra, in Italia è emerso dalle urne un segnale di stabilità. Le elezioni hanno, infatti, rafforzato il governo di Giorgia Meloni, unico Esecutivo tra quelli dei grandi Stati della Ue ad essere premiato. La coalizione di centrodestra ha ottenuto complessivamente ottimi risultati, anche migliori rispetto a quelli delle politiche del 2022. Una netta affermazione per la formazione della Premier, Fratelli d’Italia, al 28,8%, dato che rafforza la leadership di Meloni, in crescita Forza Italia, assieme a Noi Moderati, al 9,7%, mentre la Lega ha ottenuto il 9,1%. Nel suo insieme la maggioranza ha ottenuto in questa tornata elettorale il 47,6% delle preferenze, un esito che, se interpretato come una sorta di verifica di metà mandato, conferma ed anzi rafforza, dopo due anni di governo, la fiducia degli italiani nei confronti dell’Esecutivo in carica. Anche dal lato delle opposizioni, con un risultato migliore del previsto per il Pd, al 24%, ed, a sorpresa, per Alleanza Verdi e Sinistra, con il 6,6%, mentre crollano M5s, al 9,9%, e le formazioni di Renzi e Calenda, che non riescono neanche a superare la soglia di sbarramento, il dato emerso dalle europee semplifica il quadro politico italiano. Gli elettori premiano, infatti, le formazioni solide, strutturate e con una chiara identità politica e si orientano verso un netto bipolarismo fra destra e sinistra. Per il governo a guida Meloni questo risultato rappresenta, a livello nazionale, un incoraggiamento a proseguire. A livello europeo, specie considerando le difficoltà registrate dagli Esecutivi in carica degli altri grandi Stati Ue, costituisce un rafforzamento della posizione dell’Italia e della sua credibilità ed autorevolezza. I risultati elettorali, comunque, vanno sempre interpretati come un punto di partenza e non di arrivo: è necessario che il nostro Esecutivo continui ad impegnarsi nella gestione della cosa pubblica e nel processo di riforme, per affrontare un momento economico ed anche politico, date le tensioni internazionali, che resta estremamente complesso. Così come è anche doveroso che la politica tutta, a destra come a sinistra, continui ad interrogarsi sul tema della bassa affluenza alle urne. Meno della metà degli aventi diritto, il 49,69%, sono andati a votare, nuovo record negativo di affluenza alle elezioni europee. Per questo occorre riconquistare i cittadini delusi dalla politica, dando dimostrazione concreta di serietà e correttezza. In sintesi, se a Bruxelles ora sono da trovare nuovi equilibri, in Italia il mandato degli elettori è quello di proseguire sulla strada intrapresa.