Il 28% del territorio italiano è a rischio degrado e desertificazione
Oltre un quarto del territorio italiano (28%) è a rischio degrado e desertificazione, tra il calo della disponibilità di acqua e gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici, come dimostrano i 908 eventi estremi che si sono abbattuti sull’Italia nei primi cinque mesi del 2024, tra i quali 417 nubifragi, 132 grandinate e 69 tornado, con pesanti ripercussioni sia nelle aree urbane sia nelle zone agricole. È l’allarme lanciato dalla Coldiretti in un’analisi su dati Ispra e Eswd diffusa oggi, 5 giugno, in occasione della celebrazione della Giornata mondiale dell’Ambiente. A livello mondiale, ricorda l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, citando la Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione, fino al 40% del territorio è degradato, colpendo direttamente metà della popolazione globale e minacciando circa la metà del PIL del pianeta, senza contare che, rispetto al 2000, il numero e la durata dei periodi di siccità sono aumentati del 29% e che se non si corre ai ripari, entro il 2050 il fenomeno potrebbe arrivare a interessare oltre tre quarti della popolazione mondiale. Per quanto riguarda il territorio nazionale, nel corso del 2023 la disponibilità idrica dell’Italia è diminuita del 18%, coinvolgendo soprattutto il Sud. Una situazione aggravata anche da valori di temperature superiori alla media, basti pensare che secondo i dati Isac CNR, elaborati dalla Coldiretti, il primo quadrimestre del 2024 è stato il più caldo di sempre, con 1,84 gradi in più rispetto alla media storica.