Il presidente del Consiglio in visita all’hotspot di Shengjin con Edi Rama. La risposta alle opposizioni: «Sanità? Altri hanno gettato 17 miliardi per superbonus»

«Italia e Albania sono storicamente nazioni amiche, che sono abituate a collaborare insieme e io voglio ringraziare ancora una volta il primo ministro Rama e il popolo albanese per aver offerto il loro aiuto e aver stretto con noi un accordo di grande respiro europeo». Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante le dichiarazioni congiunte con il primo ministro albanese Edi Rama. L’occasione è stata la visita all’hotspot per i migranti a Shengjin, in Albania, nell’ambito della collaborazione tra i due paesi in materia. «Il complesso dei due centri sarà operativo dal primo agosto 2024», ha spiegato Meloni. Secondo il premier italiano, «l’accordo potrebbe essere replicabile in molti paesi, potrebbe diventare una parte della soluzione strutturale dell’Unione europea». «Non stiamo spendendo risorse aggiuntive, ma stiamo facendo un investimento», ha quindi osservato Meloni, ricordando che il protocollo prevede spese da «670 milioni di euro per cinque anni, 134 milioni all’anno» che «corrispondono al 7,5% delle spese connesse all’accoglienza dei migranti sul territorio nazionale. L’elemento di maggiore utilità di questo progetto è che può rappresentare uno straordinario strumento di deterrenza a chi vuole raggiungere irregolarmente l’Europa e di contrasto ai trafficanti. E questo vuol dire portare a un contenimento dei costi». Da Meloni, poi, è arrivata anche una risposta alle opposizioni che criticano l’operazione e per le quali i costi del protocollo con l’Albania sarebbero potuti essere dirottati su altri capitoli di spesa, come la sanità: «Sapete quali soldi avrei voluto mettere sulla sanità? I 17 miliardi di euro andati nelle truffe del superbonus, soldi tolti ai malati per darli ai truffatori. Se avessi avuto i 17 miliardi di truffe stimate ad oggi, volentieri li avrei messi sulla sanità. Purtroppo sono stati gettati per regalarli, con norme scritte male, a gente che voleva truffare lo Stato».