«Un risultato possibile soprattutto grazie ai rapporti di collaborazione con i paesi del Nord Africa, Tunisia e Libia in testa»

«Abbiamo abbattuto del 60% gli arrivi illegali di migranti». Lo ha rivendicato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo nel corso di un’intervista ad Agorà, il programma in onda su RaiTre. Determinante in questo senso il modello di gestione dei flussi migratori introdotto dal suo governo, fin da subito. Un approccio, che prevede un maggiore coinvolgimento dei paesi di partenza, e che anche i partner dell’Unione europea e la Commissione europea hanno iniziato ad apprezzare: «Un risultato possibile soprattutto grazie ai rapporti di collaborazione con i paesi del Nord Africa, Tunisia e Libia in testa», ha osservato infatti il premier. Che poi ha affrontato anche altri temi, altrettanto delicati. Come la guerra in Ucraina, dove la linea di palazzo Chigi è sempre stata chiara: aiutare la resistenza ucraina. «Al margine del summit del G7, ci sarà in Svizzera una prima conferenza di pace relativa alla questione ucraina. A differenza di quello che sento dire molto spesso, se si comincia a parlare di soluzioni diplomatiche al conflitto tra Russia e Ucraina è perché noi abbiamo sostenuto e aiutato a difendersi gli ucraini, che nell’invasione della Russia avevano una importante inferiorità numerica: quello che non si capisce è che la pace si costruisce con la deterrenza», ha detto Meloni. «Non c’è bisogno di sedersi a nessun tavolo di pace se qualcuno ha già invaso qualcun altro. Se i russi avessero invaso gli ucraini, noi oggi avremmo una guerra molto più vicina a casa nostra. Invece noi abbiamo aiutato gli ucraini a difendersi, questo ha creato un equilibrio tra le forze in campo e, se si può aprire un tavolo negoziale, è grazie a questo lavoro». Sulla guerra in Medio Oriente, invece, il presidente del Consiglio ha osservato che «si aprono spiragli per un cessate il fuoco sostenibile e il rilascio degli ostaggi israeliani». «Noi lavoriamo a sostegno di questa soluzione e poi a sostegno di un lavoro che secondo me si deve cominciare subito, per una soluzione strutturale in Medio Oriente: due popoli in due stati. Sono fiera del lavoro che l’Italia ha fatto particolarmente sul fronte umanitario, per i civili di Gaza», ha concluso il premier, ribadendo la linea già espressa in questi giorni dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani.