L’indice Hcob Pmi di S&P Global conferma una stabilizzazione. Non benissimo invece l’Italia

A maggio il comparto manifatturiero dell’Eurozona si nuovamente contratto, seppure di poco e al tasso meno accelerato da oltre un anno. Non benissimo invece l’Italia. Lo sostiene l’ultima indagine Hcob Pmi di S&P Global. Si è trattato del terzo rallentamento mensile consecutivo della contrazione della produzione che, infatti, si sta stabilizzando. Nello specifico, male gli ordini totali, le esportazioni e gli acquisti. Cresce invece la fiducia, di nuovo in aumento. L’Hcob Pmi del Settore Manifatturiero Eurozona, che mensilmente misura lo stato di salute delle fabbriche dell’eurozona e viene calcolato da S&P Global, è passato da 47,3 di maggio a 45,7 di aprile. Pur restando ad un livello al di sotto della soglia di non cambiamento fissata a 50 punti, quella di maggio è stata la performance migliore dell’indice principale da marzo 2023, indicando il peggioramento più lento dello stato di salute del settore manifatturiero europeo in oltre un anno. A livello nazionale sono stati registrati dei miglioramenti nella maggior parte delle economie passate in rassegna: Germania e Francia hanno avuto rallentamenti delle contrazioni, anche se la prima è nuovamente risultata in coda alla classifica del settore tra i paesi della zona euro. Discorso leggermente differente per l’Italia: l’indice Hcob Pmi sul settore manifatturiero italiano è passato a 45,6 dal 47,3 di aprile: il peggioramento più rapido dello stato di salute del settore manifatturiero italiano negli ultimi cinque mesi. A peggiorare sono state le condizioni operative, a causa della riduzione del volume di ordini a cui i manifatturieri hanno risposto riducendo i volumi di produzione il che ha, a sua volta, generato tagli a livello occupazionali e minori acquisti. Contestualmente alcune economie sono andate meglio, come nei casi di Spagna e Paesi Bassi, che hanno fatto registrare i maggiori livelli di miglioramento delle condizioni operative tra le aziende manifatturiere da giugno 2022. Allargando l’orizzonte temporale ai prossimi dodici mesi, l’indagine ha registrato ottimismo tra i produttori dell’Eurozona: il livello di sentimento positivo è risultato al di sopra della media storica ed il più alto da febbraio 2022.