Le richieste al governo da parte dei gestori dei Fondi interprofessionali per la formazione continua

Davanti ad uno scenario che vede la popolazione lavorativa invecchiare e tre milioni di posti di lavoro che si libereranno nei prossimi cinque anni, tutto il sistema dei Fondi interprofessionali raggiunge annualmente oltre 930.000 imprese e circa 1,5 milioni di lavoratori, numeri importanti, ma ancora, per molti versi, insufficienti. Secondo il direttore di FondItalia, Egidio Sangue, servono, quindi, «alcuni interventi che rafforzino l’efficacia dei Fondi». Tra le richieste più urgenti: l’innalzamento del contributo 0,30% da destinare alla formazione continua per tramite dei Fondi; l’allargamento della platea dei destinatari a liberi professionisti, datori di lavoro responsabili di micro e piccole imprese e lavoratori autonomi; l’esclusione del ricorso delle imprese ai Fondi Interprofessionali dalla normativa europea sugli aiuti di Stato ed il coinvolgimento ed una chiara definizione delle funzioni dei Fondi Interprofessionali nell’ambito di una più ampia governance della formazione. Intanto, guardando soltanto a FondItalia, è di oltre 27 milioni e mezzo il contributo approvato ed erogato dal Fondo nel biennio 2022 – 2023, grazie ai due Avvisi FEMI pubblicati con l’obiettivo di promuovere la crescita e la qualificazione professionale dei lavoratori a supporto dello sviluppo e dell’innovazione nelle imprese. Fra le tematiche prioritarie della formazione finanziata: l’adozione di nuovi modelli di gestione aziendale, le competenze linguistiche, la green economy e il supporto all’internazionalizzazione. Nello specifico, Lombardia, Puglia ed Emilia-Romagna sono le regioni con il maggior numero di imprese e di lavoratori che hanno beneficiato di attività formative finanziate dal Fondo nel 2022. Nel 2023, sempre Lombardia e Puglia hanno beneficiato del maggior numero di attività formative, a cui si aggiungono le Marche e il Lazio. Manifatturiero, del commercio all’ingrosso e al dettaglio e delle costruzioni i comparti di provenienza delle imprese e dei lavoratori maggiormente interessati dall’attività formativa.