Salita a quota 90 miliardi di euro, la maggior parte al Nord
Nel 2023 la spesa per le pensioni dei dipendenti pubblici è aumentata dell’8,2% rispetto all’anno precedente, arrivando a toccare i 90,1 miliardi di euro. Più esiguo l’aumento delle pensioni erogate, pari ad un +0,9% ( salite a quota 3.137.572 dalle 3.107.983 del 2022. È quanto emerge dai dati dell’Osservatorio Pensioni Dipendenti Pubblici, pubblicato questa mattina sul sito istituzionale dell’INPS. Il 58,9% delle pensioni (per un importo totale di 58,9 miliardi) risultano essere di anzianità o anticipate, mentre il 14,6%(15 miliardi) sono pensioni di vecchiaia, il 6,3% pensioni di inabilità e la quota restante pensioni erogate ai superstiti di attivo e di pensionato. Le regioni con il maggior numero di pensioni pubbliche sono la Lombardia e il Lazio rispettivamente con l’11,9% e l’11,2% del totale, mentre quelle con il numero minore sono la Valle d’Aosta (0,3%), il Molise (0,7%) e la Basilicata (1,1%). In generale, il numero maggiore di prestazioni è concentrato nelle regioni del Nord (41%), cui segue il Sud e le Isole (36,5%), mentre al Centro si registra la quota minore (22,3%). Discorso simile per la spesa, con il Nord che detiene il 39,7% dell’importo erogato dalla Gestione Dipendenti Pubblici, contro il 36,5% del meridione ed il 23,6% del Centro Italia. Nell’indagine si legge poi che quasi sei pensioni su dieci sono erogate a donne, a fronte del 40,3% erogato agli uomini, un risultato legato a tutte le categorie di pensioni, eccetto quelle di inabilità.