di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Il grande problema del degrado delle periferie non si ferma a Caivano, ma quanto accaduto nel Parco Verde del Comune campano ha un valore particolare, esemplificativo, di apripista. La dimostrazione del fatto che buona politica significa promesse mantenute e cambiamenti concreti. Dopo soli nove mesi, il centro Delphinia, abbandonato all’incuria e teatro di situazioni di malaffare, in primis la violenza contro due ragazzine, che ha sconvolto l’opinione pubblica, non esiste più. Al suo posto c’è un impianto sportivo moderno e perfettamente funzionante, intitolato a Pino Daniele. Grazie alle operazioni di recupero e ricostruzione, ora a Caivano al posto delle rovine del Delphinia c’è un complesso nuovo di zecca, con campi da calcio, tennis e padel, una piscina, una pista di atletica, uno skate park ed un parco urbano che sarà a breve arricchito anche da un teatro ed un anfiteatro all’aperto. Un luogo gradevole, funzionale e pulito, per consentire agli abitanti di quest’area del Paese, ed in particolare ai più giovani, ai bambini ed ai ragazzi, di non sentirsi più cittadini di serie B, ma di avere prospettive di inclusione sociale ed anche sviluppo economico date le attività che ruoteranno attorno all’impianto sportivo. Per essere a pieno titolo parte dell’Italia e dell’Europa, come aveva chiesto il parroco Don Patriciello, reclamando un aiuto dallo Stato, ed in particolare dal Premier Meloni, e dicendosi pronto a fischiare o applaudire, a seconda della risposta ricevuta. La risposta c’è stata ed in tempi rapidissimi, tanto da far meritare al Presidente del Consiglio ed ai suoi ministri gli applausi sentiti, del parroco stesso come della popolazione. Non per tifoseria politica, tutt’altro: per questioni concrete di problemi quotidiani, di estrema gravità, finalmente affrontati e risolti. Un dato di fatto, che, fra l’altro, mette al giusto posto le polemiche della sinistra e del governatore De Luca. Una concretezza ed una rapidità d’azione alla quale noi italiani, purtroppo, da tempo non siamo abituati ma che, invece, andrebbe fatta sempre. Al di là delle visioni ideologiche e delle diverse strategie nelle macro-aree della politica nazionale ed internazionale, che sono, giustamente, differenti. Perché qui si tratta di buona amministrazione della cosa pubblica, un dovere per tutti coloro che ricoprono una carica istituzionale, ognuno nel proprio ambito, dal locale al nazionale. Comunque non una cosa da poco, dato che il nemico da affrontare non è solo il degrado e l’incuria, ma, soprattutto, il malaffare, la mafia e la camorra, che sono all’origine di questa ed altre simili situazioni. Però, lo Stato, se vuole, «può fare la differenza» come ricordato ieri dal Premier Meloni. E per questo l’auspicio è che l’esempio positivo di Caivano diventi una prassi, in tutte le periferie d’Italia.