Appello di Erdogan al mondo islamico

Le forze israeliane avanzano a Rafah – ieri per la prima volta i carri armati sono arrivati nel centro della città – e nel frattempo Hamas, stando a quanto riportato da alcuni media locali, avrebbe fatto sapere ai mediatori che non intende negoziare con Israele mentre proseguono gli attacchi. Ieri i media avevano riferito di una nuova proposta di accordo, fatta recapitare proprio ai paesi mediatori, da parte di Israele. Sono anche giorni di appelli, questi che seguono gli attacchi degli ultimi giorni, con decine di vittime a Rafah. La comunità internazionale, Europa in testa, invita Israele alla moderazione nella città nel sud della Striscia di Gaza, facendo emergere tuttavia alcune differenze con gli Stati Uniti. Pur monitorando la situazione, infatti, Washington non ritiene quella di Israele fin qui un’invasione su larga scala, circostanza che altrimenti avrebbe superato la “linea rossa” marcata dalla stessa Casa Bianca. L’Arabia Saudita, tramite il ministero degli Esteri, condanna i «continui massacri genocidi» perpetrati dall’esercito israeliano contro i «rifugiati palestinesi indifesi a Rafah». Parole dure sono giunte nelle ultime ore dal presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. Durante un discorso al gruppo parlamentare del suo partito Akp, trasmesso dalla tv di Stato, Erdogan ha criticato aspramente le Nazioni Unite e l’Europa per le posizioni giudicate troppo morbide nei confronti di Israele, rivolgendosi infine al mondo islamico: «Ho qualcosa da dire al mondo islamico. Che cosa aspettate a prendere una decisione condivisa? Allah considererà voi, tutti noi, responsabili per questo».