Per Borrell, «legittimo colpire Russia con armi Ue»

Va bene, la Nato difende l’Ucraina fino in fondo, rischiando però di spaccare l’Europa. «È possibile, non è una contraddizione combattere contro chi mi combatte. Ovviamente, bisogna considerare il rischio di escalation, ma va bilanciato con la necessità degli ucraini di difendersi. Adesso è una situazione asimmetrica, con gli attacchi a Kiev che arriveranno sempre di più dal territorio russo», ha detto oggi Josep Borrell, Alto rappresentante Ue per gli Esteri, al suo arrivo al Consiglio Ue Difesa, riferendosi al fatto che «alcuni Stati hanno deciso di rimuovere le restrizioni all’uso di armi Ue oltre il confine ucraino, in territorio russo». Sei Paesi chiedono il rafforzamento, con un «muro di droni» e strumenti ad alta tecnologia, del fronte Est dell’alleanza atlantica, con la creazione di una zona di interdizione e di sorveglianza. Non tutti nell’Ue sono d’accordo, ma intanto le sei nazioni – Finlandia, Norvegia, Polonia, Estonia, Lituania e Lettonia – che chiedono il muro di droni e che hanno rimosso le restrizioni all’uso di armi Ue offrono un gancio alla Francia di Macron che da Dresda, quindi dalla Germania, ha detto all’Europa che non può essere «ingenua» e che deve aumentare gli investimenti in Difesa, perché siamo «obbligati a difenderci», invitandola così a fare «una rivoluzione».
No, non sono soltanto parole: Kiev ha rivelato che «Parigi invierà degli istruttori per formare i nostri militari». Il Cremlino sembrava non aspettare altro, visto che Dmitrij Peskov, portavoce della presidenza russa, oggi ha detto che «comincia a prevalere la rabbiosa frenesia militarista degli occidentali; dobbiamo prendere misure, mantenere la posizione e continuare l’operazione militare speciale».