Guerra in Ucraina, Stoltenberg ritratta ma poi insiste. Già Macron aveva più volte aveva avvisato l’Ue della necessità di «prepararsi» a una guerra

La «Nato non cerca il conflitto con la Russia, non abbiamo piani di dispiegare truppe Nato in Ucraina», ha dovuto precisare oggi il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in conferenza stampa a Sofia dopo aver sollevato un vespaio di polemiche, per aver parlato anche ieri di una possibile autorizzazione per Kiev ad attaccare la Russia con armi fornite dalla Nato. Per il segretario generale, «quello che facciamo in Ucraina non rende la Nato (e quindi l’Europa, ndr) parte del conflitto», sottolineando che l’Alleanza «ha due obiettivi: sostenere l’Ucraina e prevenire l’escalation del conflitto». È da spiegare come un attacco alla Russia dall’Occidente, perché con armi fornite dalla Nato, possa prevenire un’escalation del conflitto. In pochi sono d’accordo con lui, a parte il Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, il quale già in passato e più volte aveva avvisato l’Ue della necessità di «prepararsi» a una guerra contro la Russia, oltre all’invio di truppe europee in Ucraina. Ma Stoltenberg anche oggi insiste: «L’Ucraina ha le mani legate a causa delle restrizioni all’uso delle armi» fornite dall’Occidente. Ovviamente in né nella Nato né nell’Ue esistono opinioni unanimi. La risposta italiana è stata molto chiara ieri e oggi, a partire dal vicepremier Matteo Salvini. Secondo il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, intervenuto ieri a “In mezz’ora” su Rai3, è «controproducente il racconto allarmante di una Europa sull’orlo di un conflitto ampio». In più, anche se è «giusto che la Nato mantenga la sua fermezza», «se si parla di via diplomatica è perché finora si è mantenuto equilibrio tra le forze».