«Bisogna ragionare nel merito sulla norma migliore che sia efficace sulla grande evasione, sui fatti intollerabili, e per garantire il cittadino»

«Ho sospeso» la norma sul redditometro «perché la voglio vedere meglio». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo come ospite al Festival dell’economia a Trento. Secondo il premier, «bisogna ragionare nel merito sulla norma migliore che sia efficace sulla grande evasione, sui fatti intollerabili, e per garantire il cittadino». Il redditometro, finito al centro di un caso politico, durato una manciata di ore, è stato stoppato ieri dal vice ministro dell’Economia, Maurizio Leo, che ha firmato l’atto di indirizzo per bloccarne l’entrata in vigore. «C’è stato un chiarimento» sul redditometro, ha confermato il vice presidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, spiegando che «l’intera maggioranza si è impegnata a rileggerlo scrivendo a più mani il provvedimento, non il redditometro». Secondo il leader della Lega, «è un triste ricordo del passato, ci siamo impegnati a rivederci ragionarci insieme con la cautela che un tema così delicato merita». Nel frattempo, proseguono i lavori parlamentari con la riforma che punta all’introduzione diretta del premier, rinviata a dopo le elezioni Europee (si vota, ricordiamo, l’8 e il 9 giugno). Si discuterà ancora per tre giorni la prossima settimana, tra ostruzionismo delle opposizioni nell’aula di Palazzo Madama, e poi ci si rivede a urne chiuse. Con ipotesi di voto finale – il primo di quattro passaggi parlamentari –, il 18 giugno.