«L’Italia non può essere lasciata da sola a fronteggiare i trafficanti di esseri umani»

«Penso a un’Europa che faccia meno cose. Che protegga i confini, come Lampedusa, il Brennero, Ventimiglia, Trieste». Così il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e leader della Lega, Matteo Salvini, intervenendo nel corso dell’evento “Come sarà l’Italia dei trasporti, obiettivo 2032”, parte del programma del Festival dell’Economia di Trento, ad una manciata di settimane dalle elezioni Europee, un voto che determinerà gli equilibri del prossimo Parlamento europeo per i prossimi cinque anni. Che si preannunciano pieni di sfide e di rischi, a partire da quelli geopolitici. «L’Italia non può essere lasciata da sola a fronteggiare i trafficanti di esseri umani», ha aggiunto Salvini, affrontando anche altri temi. Inclusa la politica industriale, che, secondo il numero uno leghista, deve essere «comune» e proteggere «gli imprenditori europei dalla concorrenza sleale cinese». Un “no” categorico, invece, all’ipotesi di creazione di un esercito comune europeo: «Chi lo comanda? Chi decide?», s’è chiesto Salvini, senza risparmiare una frecciatina all’Unione europea: «Non penso che De Gasperi pensasse all’Europa per imporre le auto elettriche cinesi, per tassare le case e i caminetti in Trentino, per sviluppare la bistecca sintetica e la farina di insetti o per mettere fuorilegge le buste di plastica per impacchettare l’insalata o le fragole. Penso avesse un’idea più ambiziosa di Europa, che doveva garantire pace, benessere e lavoro. Se si crede che la burocrazia europea di oggi garantisca pace, benessere e lavoro può continuare sulla strada degli ultimi cinquant’anni».