Il presidente della Repubblica è intervenuto in occasione della “Giornata della Legalità”

«Come sostenevano Falcone e Borsellino, la Repubblica ha dimostrato che la mafia può essere sconfitta e che è destinata a finire. L’impegno nel combatterla non viene mai meno. I tentativi di inquinamento della società civile, le intimidazioni nei confronti degli operatori economici, sono sempre in agguato». Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo in occasione della “Giornata della Legalità”, nel 32° anniversario della strage di Capaci, che «vuole essere il segno di una responsabilità comune. «L’attentato di Capaci fu un attacco che la mafia volle scientemente portare alla democrazia italiana. Una strategia criminale, che dopo poche settimane replicò il medesimo, disumano, orrore in via D’Amelio. Ferma fu la reazione delle Istituzioni e del popolo italiano. Ne scaturì una mobilitazione delle coscienze», ha aggiunto il capo dello Stato, osservando che «la lezione di vita di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino divennero parte della migliore etica della Repubblica». Secondo Mattarella, che ha ricordato le vittime della Strage di Capaci – Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco Dicillo, Vito Schifani – «è necessario tenere alta la vigilanza. Gli anticorpi istituzionali, la mobilitazione sociale per impedire che le organizzazioni mafiose trovino sponde in aree grigie e compiacenti, non possono essere indeboliti. L’eredità di Falcone e Borsellino è un patrimonio vivo che appartiene all’intera comunità nazionale. Portare avanti la loro opera vuol dire lavorare per una società migliore».