Domani la Corte si esprime sul cessate il fuoco
«Nessun potere sulla terra fermerà Israele dal proteggere i suoi cittadini e perseguire Hamas nella Striscia» di Gaza. Così Avi Hyman, uno dei portavoce del governo israeliano, ha commentato ai media la decisione che domani la Corte di giustizia dell’Aja, su spinta del Sudafrica, potrebbe dare su un cessate il fuoco alla guerra a Gaza e all’operazione a Rafah, lanciata il 7 maggio, nonostante le dure critiche della comunità internazionale, inclusi gli Stati Uniti, storico alleato di Israele, con il quale condivide l’obiettivo finale dell’invasione della Striscia: la «sconfitta definitiva di Hamas e il rilascio urgente di tutti gli ostaggi», come ribadito oggi dal segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin, nel corso di un colloquio telefonico con l’omologo israeliano, Yoav Gallant. Durante la chiamata, i due ministri hanno discusso del «modo migliore per sconfiggere quel che resta di Hamas a Rafah di Hamas riducendo al minimo le conseguenze per i civili», si legge in una nota del Pentagono. I funerali del presidente iraniano, Ebrahim Raisi, hanno offerto invece l’occasione ai Pasdaran di ricevere i rappresentanti di Hamas, Hezbollah e degli Houthi, tre organizzazioni sostenute e foraggiate da Teheran. Secondo i media della Repubblica islamica, alla riunione hanno partecipato, tra gli altri, il capo dei Pasdaran, Hossein Salami, il comandante della Forza Quds, Esmail Qaani, il capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, il vice segretario generale di Hezbollah, Naim Qassem, ed il portavoce degli Houthi, Yahya Sarea.