Di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Dal rapporto “Indagine bambini e ragazzi 2023” dell’Istat, condotto su un campione di ragazze e ragazzi dagli 11 ai 19 anni è emerso un dato di cui si dovrebbe maggiormente parlare: il 74,5% dei giovanissimi pensa che da grande vivrà in coppia, a prescindere da un eventuale matrimonio (desiderato comunque dal 72,5%), e il 69,4% desidera avere figli, con il 71,6% che vorrebbe il primo entro i 30 anni e tra questi le ragazze (il 20,8%) vorrebbero tre o più figli. Si tratta di una fascia d’età che rappresenta “soltanto” l’8,7% della popolazione, pari a 5.144.171 di individui, e che va considerato un tesoro inestimabile, dato il fenomeno delle nascite in caduta libera.
Secondo l’Istat, i dati confermano le precedenti indagini e che, nel Paese, il desiderio di maternità è pressoché stabile nel tempo. Quindi «una ripresa della natalità è possibile», ma a una condizione, sostiene l’Istituto, e cioè che «i desideri espressi possano tradursi in realtà». Proprio qui sta il punto, nella realtà. Realtà che in Italia, evidentemente, è andata contro i desideri dei giovani e delle donne. Come dimostra un’altra recente rilevazione, diffusa ieri dalla Fondazione Gimbe, in Italia vi è carenza di pediatri: ne mancano almeno 827. Entro il 2026 sono previsti oltre 1.700 pensionamenti, senza alcuna certezza di ricambio generazionale. Quanto meno paradossale, in un Paese che nel 2023 ha segnato un nuovo record storico nel calo delle nascite, scese a 379mila da 393mila.
Dalla precarietà del lavoro, dalla quale ormai non si esce fuori con un referendum ritardatario e inutile, alla mancata integrazione o interazione tra i principi delle pari opportunità di genere e la tutela e la valorizzazione della famiglia, passando per l’occupazione femminile, che vede, nonostante il considerevole recupero registrato nel 2023, il 55% delle donne nella fascia 20-64 anni con un’occupazione contro il 69,3% della media europea, è chiaro che più di qualcosa nella realtà italiana ha remato contro la natalità e la famiglia. Basti pensare che in cinquant’anni, secondo dati Istat di dicembre 2023, il rapporto tra anziani, bambini e giovani è fortemente sbilanciato: se nel 1971 si contavano 46 over 65 ogni 100 giovani under 15, oggi se ne contano 193.
Che la realtà sia andata contro il desiderio di intere generazioni di italiani di mettere su famiglia, lo dimostrano, infine, anche le contestazioni e le censure di cui è notoriamente vittima la ministra per Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, Eugenia Roccella, non rispettata neanche in quanto donna e contestata soltanto perché si batte contro un fenomeno inaccettabile in un Paese che si definisce moderno e civile: quello delle donne che rinunciano ad avere dei figli per tenersi un lavoro o che rinunciano a un lavoro per seguire i propri figli.