«Con molta delusione, mi sono ritrovata con 3.000 emendamenti in Aula e nessuna proposta di carattere alternativo»

«Oggi c’è un forte ostruzionismo, che è una sorta di schiaffo». Così la ministra per le Riforme istituzionali, Maria Elisabetta Alberti Casellati, confessandosi dispiaciuta per la mancata collaborazione, auspicata pubblicamente invece dal governo, da parte delle forze di opposizione nella stesura della riforma che punta all’introduzione dell’elezione diretta del presidente del Consiglio. Una riforma di ampio respiro e che in quanto tale avrebbe richiesto, secondo Palazzo Chigi, un dialogo tra maggioranza e opposizione. «Purtroppo non si è arrivati a un punto di condivisione» con le opposizioni e «mi auguro che ci siano ripensamenti», ha aggiunto la ministra, intervenendo al “Meeting del Made in Italy”, a palazzo Wedekind, a Roma, a poche ore dalla conclusione della discussione generale in Aula al Senato e alla vigilia della votazione degli emendamenti. «Con molta delusione, mi sono ritrovata con 3.000 emendamenti in Aula e nessuna proposta di carattere alternativo: oggi c’è un forte ostruzionismo, che è una sorta di schiaffo», ha aggiunto. «Non si tratta in questo modo una riforma, dopo il nostro tentativo di cercare un punto di caduta e una condivisione», ha denunciato Casellati, ricordando i vantaggi offerti dalla riforma: «Uno è la stabilità dei governi: la stabilità ci dà credibilità internazionale e permette la fiducia dei mercati. L’altra gamba è l’elezione diretta del presidente del Consiglio».