In pericolo 218mila dipendenti pubblici
Fpa, società del gruppo Digital360, al Forum Pa 2024 in corso a Roma, ha diffuso uno studio, “L’impatto dell’intelligenza artificiale sul pubblico impiego”, piuttosto allarmante: l’intelligenza artificiale, IA o AI che dir si voglia, potrebbe avere un impatto devastante su alcuni settori lavorativi. Non solo privati, tanto che la Pubblica amministrazione non è esclusa dal pericolo. Anzi: dei 3,2 milioni di dipendenti pubblici italiani, il 57% è «altamente esposto» agli effetti dell’IA sul proprio lavoro, perché si verificherà una forte interazione tra le mansioni svolte dagli esseri umani e quelle degli algoritmi. Ben 1,8 milioni di lavoratori a ogni livello, dai tecnici ai dirigenti, fino agli architetti, i legali e gli assistenti amministrativi. Il 12% di questi, circa 218mila unità, rischia invece una vera e propria sostituzione, uno scenario drammatico che si tradurrebbe nella perdita dell’occupazione per molte persone.
A fronte del fatto che l’impiego dell’AI è un processo inarrestabile, secondo Carlo Mochi Sismondi, presidente di FPA, «serve una revisione dei processi di formazione, orientata allo sviluppo di competenze come creatività, adattabilità, pensiero critico e laterale e soft skill, che possono qualificare il lavoro liberato da mansioni ripetitive e routinarie. A livello organizzativo, bisogna abbandonare la logica gerarchica e burocratica per introdurre la flessibilità necessaria a gestire il cambiamento. Mentre la dirigenza è chiamata ad abbandonare la cultura dell’adempimento verso una per obiettivi e risultati».