Tra le vittime anche il ministro degli Esteri iraniano
Sono stati recuperati i corpi delle vittime dell’incidente che ha coinvolto ieri l’elicottero a bordo del quale viaggiavano il presidente dell’Iran, Ebrahim Raisi, e il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian, e altre sette persone, inclusi i membri dell’equipaggio. Secondo una prima ricostruzione, riferita dai media iraniani, l’elicottero si sarebbe schiantato contro la cima di una montagna, a venti chilometri dal confine con l’Azerbaigian, da dove aveva preso il volo poco prima, nonostante le condizioni meteorologiche al limite. In attesa dei funerali, che si celebreranno domani a Tabriz, la guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, ha proclamato cinque giorni di lutto nazionale mentre tutti gli eventi e le attività artistiche e culturali sono state annullate per i prossimi sette giorni. L’incidente, che s’è verificato in un contesto internazionale delicato che vede la Repubblica islamica, coinvolta indirettamente nei teatri più incandescenti, in Ucraina, dove ha fornito sostegno alla Russia, e in Medio Oriente, dove è il principale sponsor di Hamas e Hezbollah, ha costretto Teheran a rivoluzionare i vertici del governo il primo vicepresidente, Mohammad Mokhber, è stato nominato presidente facente funzioni mentre Ali Bagheri Kani, che in passato è stato capo negoziatore per il programma nucleare, è il nuovo ministro degli Esteri.
Nella postura internazionale iraniana non dovrebbero esserci sconvolgimenti, però: la linea è dettata dall’ayatollah Ali Khamenei, saldamente al suo posto.