A poche settimane dal voto, che determinerà gli equilibri del Parlamento europeo, la premier ha rilasciato una lunga intervista a Mattino Cinque

«Voglio provare, cosa non facile ma affascinante, a rifare in Europa quello che fatto in Italia, alleare partiti compatibili tra loro in termini di visione pur con sfumature completamente diverse, perché poi ci sono anche delle differenze come ci sono in Italia, e mandare all’opposizione la sinistra. È una sfida difficile, ma è una sfida che secondo me si può arrivare a centrare». Così il presidente del Consiglio e leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, in un’intervista rilasciata a Mattino Cinque, in onda su Canale 5, quando ormai mancano poche settimane alle elezioni europee: si vota, ricordiamo, l’8 e il 9 giugno. Un appuntamento importante che determinerà gli equilibri del Parlamento europeo per i prossimi cinque anni. Che si preannunciano molto complicato, tanto sul piano domestico che internazionale. Nei giorni scorsi, è saltato il confronto televisivo, che doveva essere ospitato nel salotto di “Porta a Porta”, tra Meloni e la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein. «Mi dispiace molto perché secondo me è un’occasione persa, molti mi hanno chiesto chi te lo fa fare? Soprattuto se sei in vantaggio, secondo me il confronto è sempre bello, aiuta cittadini a capire cosa sta accadendo», ha commentato la leader di FdI. Il faccia-a-faccia televisivo «sarebbe stato un modo per capire bene cosa cambia se vince un modello o se vince l’altro, dopodiché ha dato fastidio a qualcuno, ne prendo atto, lo faremo in altri modi», ha proseguito. Il dibattito è stato annullato, perché non rispettava le regole sulla par condicio. Sulla possibilità di modificarle, Meloni ha le idee abbastanza chiare: «Fermo restando che se dicessi adesso che voglio modificare la par condicio per settimane i giornaloni scriverebbero che il governo è autoritario, sono materia di cui è meglio non se ne occupi il governo, se ne dovrebbe occupare il Parlamento. La legge è la stessa che c’è sempre stata», ricorda la presidente del Consiglio.