di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Un grave atto di violenza ha scosso l’Europa: ieri il premier slovacco, Robert Fico, è stato colpito da tre proiettili nel corso di un comizio ed ora lotta per la vita in ospedale. L’attentatore, Juraj Cintula, che è stato subito arrestato, è un anziano oppositore di sinistra. Un fatto drammatico, avvenuto in un Paese Ue a ormai pochi giorni dalle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, che ha scatenato un’ondata di sconcerto e indignazione non solo in Slovacchia, ma in tutto il Continente e nel mondo intero. Mentre Fico è ancora in gravissime condizioni, sono giunte manifestazioni di sostegno da ogni angolo del globo, con condanne nette contro la violenza e parole di incoraggiamento per il leader ferito. Da Putin a Biden, da Zelensky fino al nostro Presidente Mattarella, che ha definito l’attentato un «fatto gravissimo per tutta l’Ue». La questione è molto complessa: Fico, dopo un passato di sinistra, ora è su posizioni politiche filorusse e nazionaliste, si è distinto come oppositore al sostegno europeo all’Ucraina ed è un politico che potrebbe rientrare nella definizione, un po’ onnicomprensiva, di “populista”, etichetta oggigiorno affibbiata a chiunque non rientri nel mondo progressista. Di sinistra, infatti, il suo aggressore, un attentatore che si considera un «attivista per la pace», ma che avrebbe anche un passato da «autista per un servizio di sicurezza privato» e che avrebbe agito per «motivi politici», disapprovando le politiche del governo. La dinamica degli eventi resta comunque ancora avvolta nel mistero ed ha sollevato interrogativi sul futuro del Paese e sulla sicurezza delle sue istituzioni democratiche. I motivi sono presto detti: da un lato le tensioni internazionali, dall’altro il crescente clima di intolleranza politica. Sembrerebbe che l’attentatore abbia agito da solo, e il suo gesto appare tanto eclatante quanto, comunque, riconducibile ad una montante violenza politica di sinistra che sta imperversando un po’ in tutta Europa. Si pensi al caso Salis, che sembra in via di risoluzione grazie anche all’intervento del Governo, ad una sinistra incapace di accettare l’approdo ai vertici delle Istituzioni di partiti dalle idee diverse, ma anche alle proteste universitarie filo-palestinesi che stanno scuotendo non solo il Vecchio Continente, ma anche l’America. È, comunque, decisamente troppo presto per tirare le somme di un evento che si colloca in una situazione internazionale particolarmente delicata e che potrebbe anche non essere frutto dell’iniziativa di un singolo, dato che potrebbe sconvolgere un Paese dell’Unione e portare a conseguenze impreviste, alterandone la situazione politica, non ancora chiaro se spingendola verso posizioni più europeiste o, invece, al contrario, avvicinandola all’asse russo-cinese. Il clima si fa sempre più teso.