Non è stata infatti raggiunta la maggioranza dei partiti presenti in Parlamento chiesta dall’Agcom per rispettare la “par condicio”

Salta il faccia-a-faccia televisivo tra la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, e la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, che sarebbe dovuto andare in onda sulla Rai, ospitato nel salotto di “Porta a Porta” di Bruno Vespa. «Soltanto quattro delle otto liste rappresentate in Parlamento hanno accettato l’invio di Rai a un confronto a due tra leader sulla base della forza rappresentativa», ha reso noto la Rai, sottolineando l’assenza della maggioranza richiesta dall’Agicom, l’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni. «C’è chi preferisce rinunciare a una opportunità di confronto in prima serata pur di negarla alle due donne che guidano i primi due partiti d’Italia», ha commentato Schlein, che nel frattempo ha accettato l’invito lanciato dal direttore del Tg La7, Enrico Mentana, ad un confronto tra tutti i leader delle liste in corsa per le elezioni Europee, in programma l’8 e il 9 giugno. Il confronto dovrebbe svolgersi il 5 e il 6 giugno, con l’ultima delle due serate riservata ai rappresentati delle liste maggiori. Oltre a Schlein, hanno accettato la proposta il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, mentre dalla Lega hanno fatto sapere che il leader leghista Matteo Salvini è disponibile a confrontarsi «ovunque e con chiunque». Un eventuale confronto televisivo su La7 arriverebbe a poche ore dall’inizio del silenzio elettorale, che scatterebbe dalla mezzanotte del 7. A precisarlo, proprio in queste ore, è stato il ministero dell’Interno, facendo chiarezza su un punto che a molti non era sufficientemente, per l’appunto, chiaro. Solitamente il silenzio elettorale parte infatti dalla mezzanotte del venerdì quando le elezioni sono domenica. In questo caso, i seggi apriranno sabato mattina, ma, spiega il Viminale nella circolare, il decreto legge numero 7 del 2024 «considera giorno della votazione quello della domenica». Nel giorno precedente ed in quelli stabiliti per le elezioni, dunque, sono vietati «i comizi, le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, la nuova affissione di stampati, giornali murali o altri e manifesti di propaganda».