L’azienda verso la cessione; in ballo ci sono 500 posti di lavoro fra Bologna e Avellino

Rammarico, ma anche forte attenzione e preoccupazione delle federazioni di categoria dei metalmeccanici di Cisl, Cgil, Uil, Ugl e Confsal in merito all’ipotesi di cessione di Industria Italiana Autobus al gruppo Seri Industrial, come è emerso da ultimo anche nel corso dell’incontro al ministero delle imprese e del made in Italy. L’azienda che produce autobus per il trasporto pubblico locale, già BredaMenariniBus e Irisbus, finora sotto il controllo pubblico starebbe, infatti, per passare al gruppo campano Seri, l’unico ad aver presentato una offerta vincolante, dopo che l’altra ipotesi con una cordata di industriali è tramontata. Il rammarico dei sindacati di categoria deriva dal fatto che, nonostante la forte iniezione di risorse pubbliche, quantificabili in 200 milioni di euro, non si è riusciti a rilanciare una produzione strategica per il sistema Paese, che pure avrebbe bisogno di rinnovare in maniera profonda il proprio parco mezzi per migliorare il servizio offerto agli utenti e per ridurre l’impatto delle emissioni inquinanti. Peraltro, a pesare resta pure un forte passivo, valutabile in 63 milioni. Per il ministero, la cessione è quindi l’unica strada, seppure con la garanzia derivante dal fatto che Invitalia avrà una presenza nel consiglio di amministrazione. I sindacati, però, vogliono maggiori certezze per i circa 500 addetti occupati fra i due stabilimenti di Bologna e di Avellino.