A breve, potrebbero andare in pensione per limiti di età circa 150mila dipendenti

L’occupazione nel Mezzogiorno passa in larga parte dalla pubblica amministrazione, al netto naturalmente degli effetti che potranno avere gli incentivi previsti nel recente decreto Coesione per le assunzioni nel privato. Secondo una ricerca condotta dal quotidiano napoletano Il Mattino, soltanto nei primi giorni di maggio, le amministrazioni pubbliche, università comprese, delle regioni meridionali hanno avviato una sessantina di procedure concorsuali, la punta di un iceberg di quello che potrebbe accadere nei prossimi mesi, con lo sblocco del turn over e le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma anche per effetto delle uscite verso la pensione. In Italia, già oggi sono circa 400mila i dipendenti pubblici con età anagrafica pari ad almeno 63 anni che, nel giro di alcuni anni, lasceranno per raggiunti limiti di età o per i contributi versati. Di questi 400mila, circa 150mila sono occupati nella pubblica amministrazione nel Meridione. Fra i comparti più esposti e che, di conseguenza, dovranno attivarsi per coprire le uscite troviamo la scuola, la sanità e gli enti locali. La situazione è simile in tutte le regioni, ma i numeri della Campania rispetto al personale dei comuni sono molto indicativi: su circa 30mila addetti, appena 400 hanno meno di 30 anni, mentre 8.600 hanno un’età compresa fra 60 e 64 anni e altri 2.600 più di 64 anni. Età media molto alta anche negli altri comparti.