Al centro del confronto l’estensione a 10 anni dell’arco di tempo entro il quale è possibile usufruire della detrazione sulle imposte
«Per un emendamento il governo non traballa». Il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, smorza così il “caso”, che ha trovato ampio spazio nelle pagine di cronaca politica di questi giorni, generato dall’emendamento presentato dal governo alla Commissione Finanze del Senato a un decreto legge sul Superbonus, che estende a 10 anni, il doppio rispetto agli attuali cinque, l’arco di tempo entro il quale è possibile usufruire della detrazione sulle imposte che cittadini e aziende hanno maturato facendo i lavori di ristrutturazione dal 2024 in poi. Rispetto a quanto ipotizzato fino ad ora, dunque, la norma sarà retroattiva soltanto per i primi mesi di quest’anno. Un dettaglio che non ha convinto Tajani, comunque favorevole a limitare l’impatto del Superbonus, rivelatosi enorme sui conti pubblici del Paese: «Nessuno vuol fare altro debito, io sono assolutamente d’accordo che bisogna stringere i freni sul Superbonus, lo sono sempre stato. Bisogna fare delle scelte che entrino in vigore dal momento in cui viene approvata una norma. Le norme con effetto retroattivo non fanno parte della cultura liberale».