L’obiettivo è quello di spendere bene le risorse della Programmazione 2021-2027. Il nostro Paese ha sempre evidenziato una enorme difficoltà nel riuscire ad investire in maniera proficua e puntuale i fondi comunitari, soprattutto nelle regioni meridionali. L’esperienza del Pnrr

Il governo, con un nuovo provvedimento urgente, interviene sulle politiche di coesione, replicando, in buona sostanza, quanto fatto nei mesi scorsi con il Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’obiettivo è quello di definire il quadro normativo per l’attuazione della politica di coesione, Programmazione 2021-2027, in attuazione della riforma 1.9.1 del Pnrr. Nello specifico, l’intervento è sui programmi nazionali e regionali della politica di coesione 2021-2027, in particolare nei settori strategici delle risorse idriche, del contrasto al rischio idrogeologico, la protezione dell’ambiente, i rifiuti, i trasporti e la mobilità sostenibile, l’energia, il sostegno allo sviluppo e all’attrattività delle imprese, la transizione digitale e verde. Tale intervento si rende necessario alla luce di scarsa percentuale di spesa dei fondi comunitari diversi da quelli del Pnrr. Ad oggi, secondo i dati forniti dal Ministro Raffaele Fitto, gli impegni sono bassissimi, nell’ordine di percentuali medie ad una cifra, nonostante la programmazione sia formalmente partita già da tre anni. Uno dei fulcri della riforma è rappresentato dal potenziamento della Cabina di regia fra Stato e Regioni-Province autonome, istituita ai sensi della legge 190/2014. La Cabina, che è integrata nella sua composizione: assicura il coordinamento; promuove la complementarietà e la sinergia fra gli interventi; verifica i risultati del monitoraggio; definisce le priorità della piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa (STEP).