Non serve una legge valida per tutti, ma occorre valutare le specificità dei settori

Le proposte di legge in materia di orario di lavoro non convincono le associazioni datoriali. È questo quanto è emerso nella nuova tornata di audizioni presso la Commissione lavoro della Camera dei deputati, sulle tre iniziative parlamentari targate, nell’ordine di presentazione, Alleanza verdi-sinistra, Movimento 5 Stelle e Partito democratico, dopo che già nelle scorse settimane erano stati ascoltati i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Per le associazioni datoriali, l’introduzione di una legge, che, soprattutto nel caso del testo presentato da Avs, dovrebbe portare entro breve ad una settimana lavorativa di 34 ore a parità di salario, potrebbe essere addirittura controproducente per la nostra economia. Se gli stipendi sono bassi, è questo il ragionamento di Confindustria e delle altre associazioni datoriali, è perché è bassa la produttività, per cui prima ancora di pensare ad una riduzione generalizzata dell’orario di lavoro, si dovrebbe investire per accrescere la produttività. No ad una legge, quindi, ma via libera ad accordi collettivi per andare ad incidere sui vari fattori della produzione. Per Utilitalia, l’associazione che riunisce le società che gestiscono parte dei servizi pubblici essenziali, dall’ambiente all’acqua, la settimana corta sarebbe incompatibile con la garanzia dei livelli delle prestazioni per il cittadino, a meno che non si voglia innalzare le tariffe applicate.