di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL

All’indomani del Primo Maggio, giornata dedicata ad onorare i lavoratori ed impegnarsi per migliori condizioni di lavoro, è essenziale riflettere sullo stato dell’arte in merito alla difesa della salute e della sicurezza sul lavoro in Italia. Riepilogando il drammatico bilancio degli incidenti e delle vittime del lavoro, nel 2023 ci sono stati oltre 585mila incidenti e 1.041 morti bianche, mentre le denunce di incidenti presentate all’Inail nei primi tre mesi del 2024 sono state 145.130, in aumento dello 0,4% rispetto al primo trimestre del 2023, ed i casi con esito mortale sono stati 191, fortunatamente in diminuzione del 2,6% rispetto ai primi tre mesi dell’anno scorso, ma comunque ancora decisamente troppi. Nella ricerca sul mondo del lavoro che abbiamo presentato ieri, condotta dall’Ugl assieme all’Istituto Piepoli, fra i tanti argomenti oggetto di indagine, c’è anche, naturalmente, questo tema così importante. Oltre a confermare la drammaticità della situazione, con un ferito al minuto, un morto ogni otto ore ed in media 3 morti al giorno sul luogo di lavoro, la ricerca ha verificato che, se la maggioranza dei lavoratori si sente tutelata dalla propria azienda, quando si esaminano in particolare le condizioni degli operai, ovvero delle persone che svolgono le mansioni più pericolose, le cose cambiano, con il 55% che valuta negativamente l’attenzione prestata dalla propria azienda alla sicurezza sul lavoro. Sulla questione generale della salute e sicurezza, ben il 57% dei lavoratori si dichiara preoccupato in modo fortissimo, mentre gli altri si considerano fortemente preoccupati. Non solo: il 61% della popolazione e il 49% dei lavoratori ha dichiarato di non essere a conoscenza dell’effettiva portata numerica degli incidenti sul lavoro. Dati che indicano che c’è ancora molto, moltissimo da fare per accrescere sicurezza da un lato e consapevolezza dall’altro. Bisogna ricordare, come giustamente ha fatto il Presidente Mattarella, che lo stillicidio di mille e più morti sul lavoro «provocate da incurie, da imprudenze, da rischi che non si dovevano correre» è inaccettabile. Per questo è necessario insistere nella lotta per la sicurezza sul lavoro, puntando su maggiori e più diffusi controlli per verificare che si rispettino le leggi e migliorando l’offerta formativa, per i lavoratori ed anche a partire dal mondo della scuola, per sensibilizzare quelle che saranno le nuove generazioni di datori di lavoro e lavoratori. Ricordando che proteggere la salute e nella sicurezza sul lavoro non è solo doveroso dal punto di vista legale ed essenziale da quello morale, ma è anche economicamente vantaggioso per la società nel suo complesso, mentre le conseguenze di un ambiente di lavoro insicuro sono devastanti, innanzitutto per i lavoratori coinvolti e per le loro famiglie, ma anche per la nostra economia e per la nostra coesione sociale.