Onu: inchiesta internazionale su fosse comuni

Un nuovo complesso di tende in allestimento vicino a Khan Younis, ripreso da foto satellitari analizzate dall’Associated Press, fa pensare che l’esercito israeliano stia preparando l’annunciata offensiva a Rafah, da dove verrebbero fatti evacuare i civili. Nel frattempo, però,
le Nazioni Unite hanno chiesto che venga condotta «un’inchiesta credibile e indipendente» sulle fosse comuni scoperte proprio a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza (risultano rinvenuti più di 280 cadaveri). Secondo il portavoce della segreteria generale dell’Onu, Stephane Dujarric, sono notizie «estremamente preoccupanti». Il portavoce ha anche sottolineato che «tutti questi siti vengano investigati a fondo», ribadendo che è «una ragione in più per sottolineare la necessità di un cessate il fuoco, per la fine del conflitto, perché abbiamo bisogno di un maggiore accesso per il personale umanitario, una maggiore protezione per gli ospedali». Si inasprisce la situazione al confine con il Libano. Oggi il gruppo Hezbollah ha fatto sapere di aver colpito due postazioni militari nel nord di Israele «come rappresaglia» per la morte di un suo ufficiale, ucciso questa mattina. In precedenza le forze israeliane avevano comunicato di avere colpito due importanti componenti dell’organizzazione nel corso di attacchi aerei avvenuti nella notte e, appunto, in mattinata. Di ritorno dalla sua visita in Iraq, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, conversando con i giornalisti durante il viaggio, ha ribadito che «la nostra storia non può essere scritta separatamente dalla causa palestinese» e che «la conquista di Gaza da parte di Israele aprirebbe la porta ad altre occupazioni», evidenziando poi che «la questione di Gaza è attualmente la più importante nel mondo islamico».