di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale

Nonostante le tante tempeste in un bicchiere d’acqua disseminate a livello nazionale dalle opposizioni, rivitalizzate da inutili quanto anacronistici rigurgiti antifascisti e da antiche battaglie abortiste, degne di miglior causa, il centrodestra ha vinto le elezioni regionali in Basilicata con Vito Bardi, riconfermato per la seconda volta, che ha conquistato il 56,63% dei voti in base ai risultati definitivi, arrivati stamattina, dello scrutinio delle elezioni regionali.
Piero Marrese del centrosinistra si è fermato al 42,16% ed Eustachio Follia di Volt ha ottenuto l’1,21%. Una vittoria che si deve sia alla capacità di saper governare dimostrata sul campo dal candidato e governatore uscente, Vito Bardi, sia alla capacità, ormai nota, del centrodestra di saper restare unito, al di là delle differenze, dei distinguo e delle diverse identità.
Un risultato che si deve anche all’allargamento della coalizione, con l’ingresso nel campo del centrodestra di due partiti centristi, Italia Viva e Azione, che in Basilicata hanno lavorato e saldato l’alleanza sulla condivisione dei programmi. Come ha dichiarato giustamente Bardi, «il campo largo si fa perché si condividono i programmi». “Peccato” per gli avversari che il campo largo che ha funzionato al primo tentativo è nel centrodestra. Di conseguenza è condivisibile anche l’analisi dello stesso Bardi, secondo il quale è stata premiata, evidentemente, una «politica delle cose concrete». Per il governatore uscente e riconfermato, la vera sfida è adesso continuare sulla stessa strada per rispondere alle tre priorità indicate: sanità, infrastrutture ed energia.
Molto difficile, ovviamente, che un simile campo possa riproporsi a livello nazionale, però il metodo, a tutti gli effetti, è valido e dimostra da sé perché il campo largo nel centrosinistra non abbia mai portato a simili risultati. Lo sconcerto e il disorientamento nel centrosinistra, infatti, sono palpabili, tanto che, da una parte, insiste a fare battaglie, come ad esempio oggi quella sull’autonomia, lontane, se non distoniche, rispetto alle esigenze più sentite dalla popolazione e, dall’altra, cerca di evidenziare le percentuali che distinguono i partiti del centrodestra, l’uno dall’altro, in questa ennesima vittoria per seminare zizzania nel campo. Ma ormai è chiaro che coalizzarsi sui programmi si può, che i cittadini sono maturi per una simile proposta, sebbene l’affluenza in Basilicata abbia portato alle urne il 49,87%, pari al -3,7% del 2019.
Ciò evidenziato, altrettanto incontrovertibile e al di là dei vari e soliti allarmi scattati intorno al centrodestra, al di là di chi conquista più o meno voti, la scia di vittorie del centrodestra non si arresta e ciò fa ben sperare per il l’appuntamento elettorale che ci attende a giugno, quello per il rinnovo del Parlamento Ue. Un rinnovamento di cui sempre più si avverte il bisogno.