Abi: «Senza pace, a rischio la crescita». Così in un intervento al QN il presidente Antonio Patuelli
Parole importanti sui riverberi che gli scenari di guerra, al di là di come singolarmente possono essere considerati, potrebbero produrre, sono state espresse oggi dal presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, in un intervento sul Quotidiano Nazionale. «Siamo in una fase gravemente caratterizzata da conflitti che tendono a incancrenirsi, innanzitutto con enormi problemi umanitari e con crescenti rischi per la sicurezza e la libertà di circolazione delle persone e delle merci – prosegue – L’inflazione in Europa continua a scendere, ma ora sussiste il rischio che possa riprendersi a seguito delle gravissime tensioni internazionali. In Europa, e anche negli Usa, vi è grande attesa per la riduzione dei tassi d’interesse delle banche centrali». «In questo così complesso contesto, c’è da augurarsi che si sviluppino maggiormente e più urgentemente le iniziative di pace che avrebbero innanzitutto decisivi effetti umanitari, ma anche conseguenze assai positive sui costi dell’energia, sull’inflazione, sui tassi di mercato e su quelli delle banche centrali. Senza pace nel Vicino Oriente, nel Mar Rosso e nei due canali di Suez, che sono la principale porta economica dell’Europa mediterranea, e in Ucraina sarebbe difficile attendersi una ripresa economica cospicua e solida». «Il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta ha giustamente osservato che le prospettive di crescita nel medio termine rimangono modeste. Il Fmi ha espresso valutazioni problematiche sul debito pubblico in particolare di Italia, Francia e Belgio, mentre non sono brillanti le prospettive di crescita del prodotto interno lordo nell’area euro nei prossimi anni». A buon intenditor…