Lo denuncia l’associazione Antigone, sottolineando che nei primi quattro mesi del 2024 è stato registrato un trend preoccupante
Nel 2023 almeno 71 persone si sono suicidate nelle carceri italiane. Lo denuncia un rapporto stilato da Antigone, un’associazione che si interessa della tutela dei diritti e delle garanzie nel sistema penale e penitenziario, aggiungendo che il fenomeno prosegue a ritmi sostenuti anche adesso: nel primo quadrimestre del 2024, almeno 30 sono stati i detenuti che si sono tolti la vita, uno ogni tre giorni e mezzo (e in molti casi le cause sono ancora da accertare). Nel 2022, l’anno che ha registrato il numero maggiore di suicidi nelle carceri (85), a metà aprile le vittime erano state 20. «Se il ritmo dovesse continuare in questo modo, a fine anno rischieremmo di arrivare a livelli ancor più drammatici rispetto a quelli dell’ultimo biennio», si legge nel report. Che poi aggiunge: «Oltre al numero in termini assoluti, un importante indicatore dell’ampiezza del fenomeno è il cosiddetto tasso di suicidi, ossia la relazione tra il numero dei decessi e la media delle persone detenute nel corso dell’anno. Nel 2023 con 70 suicidi tale tasso è pari a 12 casi ogni 10.000 persone, registrando – dopo il 2022 – il valore più alto dell’ultimo ventennio». Dal rapporto emergono significative differenze di genere e di nazionalità: «Disaggregando per genere il tasso di suicidi del 2023, vediamo come il tasso relativo alle donne (con 4 suicidi per una popolazione detenuta media di 2.493 persone) sia sensibilmente superiore a quello relativo agli uomini. Il primo si attesta a 16 casi ogni 10.000 persone, il secondo a 11,8. Disaggregando invece il tasso per nazionalità, vediamo come l’incidenza dei suicidi sia maggiore tra le persone di origine straniera (28 suicidi per una popolazione detenuta media di 18.185), con un tasso pari a 15 casi ogni 10.000 persone, rispetto a un tasso pari 10,5 tra gli italiani», sottolinea il rapporto.