di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL

In un mondo dei media, pubblico e privato, quasi unanimemente schierato a sinistra, come fosse cosa ovvia e non un’evidente disparità, da quando la destra è al governo è tutto un allarme su una presunta volontà dell’Esecutivo di censurare le persone sgradite nella Rai. Stavolta è il caso dello scrittore Antonio Scurati, famoso per aver dedicato quasi tutta la sua premiata produzione letteraria al fascismo. L’autore era stato invitato a intervenire il 20 aprile nel programma di Rai 3 “Che sarà” per leggere un monologo – un riassunto di un suo articolo già pubblicato su La Repubblica – sul tema dell’antifascismo, in vista del 25 aprile, con all’interno anche un attacco al governo ed a FdI, accusati dall’autore di non aver rinnegato adeguatamente il passato. Poi, però, l’ospitata è stata annullata dalla direzione Rai. Non chiaro il motivo. Secondo i dirigenti dell’emittente a causa del compenso richiesto, 1.800 euro per pochi minuti in video, somma giudicata troppo alta. Secondo lo stesso Scurati e la sinistra tutta, per motivi politici, con la volontà di censurare il suo intervento, che comunque è stato letto lo stesso dalla conduttrice Serena Bortone nel corso della puntata. La Repubblica afferma che ci sarebbe una comunicazione interna nella quale l’annullamento sarebbe dovuto a “motivi editoriali”, formula di prassi, che lascia il dubbio sulla vera ragione. La premier Meloni, dichiarandosi contraria ad ogni forma di censura, ha condiviso il testo integrale dell’intervento sulla propria pagina Facebook e poi il monologo è stato pubblicato e letto più volte, su tv, giornali e social, da personaggi famosi e privati cittadini. La questione, adesso, sta dominando il dibattito politico con accenti surreali: in Italia certo non si può dire che le idee di sinistra non abbiano spazio nei media. Difficile affermare lo stesso per le opinioni conservatrici, basti pensare al polverone nato dalle parole della giornalista Incoronata Boccia, che ha “osato” andare controcorrente sul tema aborto e di cui ora, per questo, qualcuno chiede le dimissioni. Viene da domandarsi, dunque, se il caso Scurati sia veramente un episodio di censura, oppure una mistificazione della sinistra per gettare fango sul governo. Nel primo caso non si potrebbe che condannare la volontà di silenziare gli esponenti dell’opposizione, che devono avere un’adeguata rappresentazione. Nel secondo, invece, si tratterebbe di una strumentalizzazione, capace di intorbidire la vita politica interna, tra l’altro a ridosso delle elezioni in Basilicata, e di screditare il Paese a livello internazionale. Sarebbe importante che, anche per evitare situazioni analoghe in futuro, si venisse a capo della vicenda con un’inchiesta della Vigilanza Rai. Per dissipare i dubbi e far emergere la verità, di cui i cittadini dovrebbero essere a conoscenza. Contro ogni censura ed ogni mistificazione.