Colpita una base militare a Isfahan
Israele avrebbe risposto all’attacco dell’Iran, realizzato tra sabato e domenica con il lancio di centinaia di droni e missili, lanciati per la prima volta dal territorio iraniano. Molte dinamiche dell’accaduto non sono chiare: le versioni delle due parti, riferite in parte anche da funzionari anonimi, differiscono in molti punti. Secondo Teheran, che non ha accusato espressamente Israele, nella notte ci sono state esplosioni nei pressi di una base aerea vicino alla città di Isfahan, nel centro del paese, che si trova vicino ad alcuni siti nucleari. A causarle i sistemi di difesa antiaerea, entrati in azione per intercettare dei droni. I danni sarebbero stati lievi. Quella condotta da Israele, dopo l’aggressione di Hamas del 7 ottobre, è una guerra che si sviluppa su più fronti. E che coinvolge principalmente gli alleati dell’Iran nella regione, Hezbollah, in Libano, e, ovviamente, Hamas, nella Striscia di Gaza, invasa dall’esercito israeliano. Che starebbe valutando di condurre ulteriori operazioni a Rafah. Uno scenario che non trova il consenso dell’alleato statunitense: «Siamo stati molto chiari: non possiamo essere favorevoli a un’operazione militare a Rafah», ha ribadito il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, al termine del G7 Esteri a Capri. «Crediamo che si possono raggiungere gli stessi obiettivi con altri mezzi», ha aggiunto.