di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL

L’importanza delle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo è cresciuta negli anni, di pari passo alla crescita delle competenze dell’Ue e quindi della capacità di incidere nel concreto nella vita dei cittadini. In questo particolare periodo storico, dalla pandemia di Covid alla crisi energetica fino alle guerre che si stanno combattendo in Ucraina e Medio Oriente, avere un’Unione europea in grado di rispondere adeguatamente alle sfide del presente resta fondamentale. Per non parlare poi di altri temi delicatissimi, da gestire con la massima attenzione, dall’inflazione alla Pac, alla questione energetica, alla transizione green, dato l’impatto di queste materie sull’economia e l’occupazione e data la necessità di salvaguardare la produzione continentale di fronte ai competitor delle altre aree del mondo, Cina in primis. Di fronte ad uno scenario del genere sarebbe necessario che tutte le forze politiche italiane, che si stanno preparando a concorrere alle elezioni europee per portare dei rappresentanti della nostra Nazione a Bruxelles e Strasburgo, mettessero come prima condizione nello scegliere i candidati un’adeguata preparazione su questi temi, una competenza necessaria a compiere scelte ragionate nell’interesse del popolo italiano. E, invece, specie a sinistra, alcuni dei nomi che vengono proposti sono quelli di candidati di “bandiera” del tutto impreparati. Pronti, nel caso venissero eletti, sostanzialmente solo a ripetere slogan fini a se stessi nell’Emiciclo europeo, mentre ci sarebbe bisogno di persone capaci di trattare e contrattare, in modo concreto, con i rappresentanti degli altri Paesi, per non fare un cattivo servizio all’Italia ed agli italiani. Delle notizie che circolano in questi giorni, come ad esempio quella della candidatura di Ilaria Salis per conto di Alleanza Verdi Sinistra, questo è l’aspetto forse più preoccupante. Al di là dei rapporti fra Italia e Ungheria che potrebbero incrinarsi, al di là del politicizzare una questione di rispetto dei diritti dei detenuti che andrebbe lasciata nell’ambito giuridico, al di là anche del tipo di reati per i quali è imputata la Salis, reati di violenza contro persone e quindi non di tipo ideologico, ma molto pericolosi e portatori di un punto di vista antidemocratico di eliminazione fisica dell’avversario, che andrebbe biasimato unanimemente e non certo portato nelle Istituzioni, il pericolo peggiore è proprio questo: non comprendere che quello di rappresentante parlamentare è, innanzitutto, un servizio ai cittadini e non il contrario. Discutere ed approvare leggi importanti, un compito delicatissimo, da affidare a chi si dimostri capace di portarlo avanti al meglio. Non certo costruendo una “squadra” solo ad uso mediatico, col rischio concreto che altri Paesi, meglio rappresentati, possano difendere i propri interessi in modo più efficace che l’Italia.