Media: «Ok da Usa per evitare escalation con Iran»

Le tensioni crescenti con l’Iran hanno fatto distogliere lo sguardo per alcuni giorni dall’altro fronte di guerra, quello con Hamas, ritenuto prioritario da Israele. E mentre la comunità internazionale si interroga su quando le forze israeliane risponderanno all’attacco di Teheran nel proprio territorio, cercando di mediare ed evitare l’escalation (l’ipotesi più accreditata colloca l’eventuale risposta a dopo la Pasqua ebraica), sembra sempre più imminente l’offensiva di terra su Rafah, nella Striscia di Gaza. L’idea di un’operazione militare di questo tipo, ventilata dalle stesse autorità israeliane, è stata criticata duramente da Stati Uniti ed Unione europea, ma qualcosa potrebbe essere cambiato nelle ultime ore alla luce dei timori legati alla crisi con l’Iran. Secondo la stampa israeliana, che a sua volta cita media regionali, gli Stati Uniti avrebbero concesso che Israele si prepari all’attacco di Rafah in cambio di una maggiore moderazione nella risposta a Teheran, nel tentativo, cioè, di scongiurare un allargamento del conflitto. Anche Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti hanno esortato i vicini alla prudenza nel timore di una situazione ben più grave di quella attuale. «Teheran riconsidererà la sua politica nucleare se Israele minaccerà gli impianti nucleari iraniani», è stato infine l’avvertimento del corpo delle Guardie della Rivoluzione islamica, stando a quanto riportato dalla Tass. «Non attaccate Rafah, sarebbe una catastrofe», l’appello giunto da Capri, dove si sta tenendo il G7 Esteri presieduto dall’Italia, dell’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell. «Dobbiamo sostenere Israele, ma dobbiamo tenere a mente che dobbiamo risolvere il problema israelo-palestinese tenendo conto anche dei diritti dei palestinesi», ha ricordato Borrell.