Anticipati i contenuti del XXV Rapporto Cnel sul Mercato del lavoro in Italia

Arrivano le prime anticipazioni del XXV Rapporto Cnel sul Mercato del lavoro che, nell’edizione di quest’anno, è stato curato da un gruppo di lavoro coordinato dal professor Michele Tiraboschi. Rispetto al passato, il documento si presenta molto agile, con l’ambizione non nascosta di rappresentare un vero e proprio cambio di passo, fissando alcuni paletti che poi dovrebbero essere confermati anche in futuro. Il Cnel certifica quanto più volte osservato, vale a dire la crescita degli occupati, senza che sia stata una crescita altrettanto consistente del prodotto interno lordo. Pur migliorando il quadro generale, permangono alcune criticità, in particolare sul versante dell’occupazione giovanile e femminile. Altro gap da colmare è quello che rimanda alle forti differenze territoriali. Una parte importante del Rapporto è dedicata alle dinamiche della contrattazione collettiva, per il fatto che il Cnel è il soggetto istituzionale che custodisce l’archivio nazionale dei contratti collettivi. Al 31 dicembre scorso, i contratti collettivi depositati erano 971 del privato e 18 del pubblico, più 44 accordi economici collettivi. Quelli principali, però, sono molti di meno. Nel privato, Cgil, Cisl e Uil sottoscrivono 201 Ccnl che si applicano a 13,8 milioni di addetti; l’Ugl ne sottoscrive 85, di cui 22 in firma separata, con una platea di 5,1 milioni di addetti. Marginali le altre sigle sindacali.