di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL
Studio, formazione e lavoro per abbattere il rischio di recidiva per le persone detenute. È con questo spirito che oggi il Cnel e il Ministero della giustizia hanno organizzato un evento a Roma, nella sede istituzionale di villa Lubin, che ha visto la partecipazione delle istituzioni, dei rappresentanti dei sindacati e delle associazioni datoriali e della società civile. Una lunga ed intensa giornata di confronto volta a valorizzare le esperienze in essere – anche la nostra Organizzazione sindacale è molto attiva sul territorio, come ricordato lo scorso Primo Maggio nell’appuntamento di Napoli – per progettare vere e proprie azioni di sistema all’interno delle strutture carcerarie e fuori dalle stesse. Come ha evidenziato il presidente Renato Brunetta, sono centinaia le esperienze in corso e molte di più quelle poste in essere negli anni passati, per cui è fondamentale dare consistenza al tutto, proprio per andare ad intaccare il rischio che la persona già detenuta, uscendo torni a delinquere. Un concetto che è stato ribadito anche nei saluti istituzionali inviati dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e dalla premier Giorgia Meloni. Ad oggi, sono circa 61mila le persone detenute, mentre sono il doppio quelle che beneficiano di misure alternative al carcere. Tanti in proporzione gli stranieri, con tutte le problematiche del caso. Il vero problema è che molte di queste persone hanno alle spalle una storia di reati che ritornano, cosa che finisce per impattare negativamente sulla società. Da qui, la necessità di provare ad invertire la tendenza, puntando su soluzioni personalizzate e sull’inserimento in percorsi formativi e di lavoro. Per i reati minori, l’idea potrebbe essere quella di ospitare le persone in strutture diverse dal carcere nelle quali avviare un percorso di recupero sociale e personale per loro e per le loro famiglie, perché, non dimentichiamoci, che fra i primi a pagare ci sono pure i familiari della persona condannata. Si pensi, soltanto, alla drammatica questione dei minori figli di madri condannate. Molto interessante la novità dell’attivazione del Segretario presso il Cnel che fungerà da punto di snodo e di facilitazione fra l’amministrazione penitenziaria e i soggetti pubblici, privati e del terzo settore che intendono e vogliono attivarsi in attività progettuali utile al reinserimento delle persone già detenute. La nostra Organizzazione sindacale, attraverso i suoi rappresentanti nel territorio e al Cnel, è impegnata in questo percorso, nel rispetto della sofferenza delle vittime di reati e per dare più sicurezza al Paese.