Teheran: «Risposta più dura in caso di azione contro di noi»

La diplomazia è più attiva che mai in queste ore per evitare un’ulteriore escalation in Medio Oriente. Dopo l’attacco iraniano rivolto nel territorio di Israele (lanciati droni e anche missili balistici, perlopiù intercettati e distrutti, o che al massimo hanno provocato danni contenuti), la comunità internazionale sta esortando gli israeliani a non rispondere. Teheran ritiene compiuto lo sforzo come rappresaglia per l’attacco avvenuto qualche settimana fa alle sue strutture diplomatiche in Siria, ma ha avvertito, che in caso di nuova azione da parte di Israele – ipotesi che secondo le fonti citate dal Wall Street Journal potrebbe verificarsi nelle prossime ore – risponderà con più forza. «Le forze armate iraniane hanno agito in modo responsabile, professionale e logico e hanno colpito solo obiettivi militari di Israele», è la versione di Teheran, riportata dal portavoce del ministero degli Esteri. «Il Medio Oriente è sull’orlo del baratro», è la preoccupazione invece espressa dal segretario generale delle Nazioni Uniti, Antonio Guterres. Il timore, infatti, è che una risposta militare di Israele possa innescare una reazione senza precedenti, considerato anche il ruolo di Hezbollah in Libano e dei ribelli yemeniti Houthi, alleati entrambi dell’Iran. Gli Stati Uniti, che hanno contribuito alla difesa di Israele durante l’offensiva iraniana, hanno già fatto sapere che non parteciperanno ad alcuna operazione. Il Regno Unito, tramite il ministro degli Esteri David Cameron, invita Israele alla prudenza e ad evitare l’escalation, il presidente francese Emmanuel Macron ha proposto un aumento delle sanzioni ai danni di Teheran. Anche Mosca ha fatto appello alla moderazione.