di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL

I soccorritori, ed in modo particolare i Vigili del Fuoco che hanno lavorato con sprezzo del pericolo in un contesto particolarmente complesso, hanno trovato l’ultimo dei dispersi dopo l’esplosione della centrale idroelettrica di Suviana, il 68enne Vincenzo Garzillo. Il bilancio dell’incidente è di sette vittime accertate, una vera e propria strage. Ora l’imperativo, riprendendo le parole del Presidente Mattarella, è «fare piena luce» su quanto accaduto. Capire cosa non ha funzionato, cosa abbia causato questo evento, con l’unico obiettivo della scoperta della verità ed anche per evitare che accada di nuovo. Solo così sarà possibile rendere giustizia alle vittime – quindi nel caso in cui emergano delle responsabilità, punendole adeguatamente – ma anche evitare che situazioni del genere si ripresentino, capendo se ci sono stati errori umani o, invece, problemi tecnici, in quest’ultimo caso agendo di conseguenza, mettendo in atto nuove modalità di lavoro più sicure. Purtroppo, in casi come questo, il rischio di alimentare scontri più precostituiti che circostanziati è altissimo. Da un lato, l’Ad di Enel Green Power, Bernabei, difende la propria azienda in un’intervista rilasciata alla Repubblica: «Non ci risultano segnalazioni di problemi sulla sicurezza» e poi conferma di aver scelto «aziende con i corretti requisiti tecnici, perché questi interventi non pub farli chiunque. Non erano lavori, come qualcuno dice, che servivano per mettere in sicurezza la centrale, non c’entra niente». Dall’altro, c’è chi già ha individuato il colpevole dell’accaduto, ovvero il complesso del sistema dei subappalti, mettendo in un unico calderone le piccole ditte edili e le aziende altamente specializzate, in una ricostruzione un po’ troppo frettolosa, dal sapore stavolta veramente “populista” nel senso peggiore del termine. In questa situazione tanto delicata occorre mantenere la barra dritta evitando polemiche sterili ed inutili contrapposizioni, specie tra lavoratori, che, invece devono remare tutti nella stessa direzione. È necessario, infatti, che siano accertate le singole responsabilità, verificando se realmente si siano rispettati o meno gli standard di sicurezza, con indagini che dovranno essere, questo il nostro auspicio, accurate e rapide. Bisogna continuare tenere alta nel tempo l’attenzione sull’incidente di Suviana, sia per un’individuazione certa dei fatti che anche per garantire il massimo sostegno nei confronti di tutti i lavoratori e le famiglie coinvolte in questo dramma. E poi è necessario continuare a battersi per il problema generale della sicurezza sul lavoro, in modo costruttivo e soprattutto efficace, insistendo per controlli più frequenti e per un impegno a tutto tondo sulla formazione, a partire già dalla scuola. Senza alimentare divisioni, ma lavorando concretamente per la difesa dei diritti dei lavoratori.