di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL

Il Consiglio dei Ministri ha ratificato il Def 2024, il documento che tratteggia i principali indicatori di finanza pubblica fino al 2027, con previsioni prudenti, evidenziando un trend al ribasso, nell’ambito del quale il Governo si impegna ad adottare misure per ridurre il deficit e riportarlo sotto il 3% entro il 2026, migliorando sia i saldi di competenza che quelli di cassa, con l’obiettivo di abbassare il rapporto tra debito e Pil nel breve termine, nonostante i costi aggiuntivi legati al Superbonus. La crescita del Pil sarà sostenuta dagli investimenti del Pnrr e dal recupero del reddito delle famiglie, anche grazie alle misure di sostegno ai redditi dei lavoratori, che ha permesso un potenziamento del potere d’acquisto ed una riduzione dell’inflazione. Cosa particolarmente importante, la conferma della proroga del taglio del cuneo fiscale e dell’Irpef a tre aliquote anche per il 2025, tuttavia non sono stati forniti dettagli su come verranno finanziate queste misure. Questo perché, come sottolineato dallo stesso ministro Giorgetti, il Def, non solo in Italia, ma anche nei testi analoghi di molti altri Stati europei, contiene, quest’anno come già in passato, solo stime prospettiche, in vista delle nuove norme di programmazione economica dell’Ue che entreranno in vigore nel 2025. Per l’Ugl, il Def sta sta procedendo nella giusta direzione, con l’indicazione degli obiettivi programmatici, in vista della prossima legge di bilancio. In particolare, concordiamo sulla necessità di rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale. Si tratta di una misura che l’Ugl ritiene prioritaria, sia dal punto di vista sociale che economico, e che, accanto ai dati particolarmente confortanti relativi all’occupazione, segna un percorso virtuoso sul quale proseguire. Allo stesso modo il nostro sindacato considera fondamentale portare avanti il processo di detassazione dei premi di produttività e di sostegno al welfare aziendale. Accanto a ciò sarebbe opportuna una riflessione complessiva sulla materia previdenziale. Infine, se da un lato è essenziale salvaguardare l’equilibrio dei conti pubblici, considerando l’entrata in vigore dei nuovi parametri del Patto di Stabilità, d’altra parte non bisogna dimenticare che occorrono nuovi strumenti per affrontare le numerose sfide che attraversa il mondo del lavoro, a partire dalla transizione digitale e energetica alla luce delle incognite legate all’instabilità quadro internazionale, fino al tema, purtroppo sempre attuale, della salute e della sicurezza, che richiede ulteriori misure, anche dal lato della formazione, oltre a quelle già previste nel decreto Pnrr. L’Ugl auspica, pertanto, la prosecuzione del tavolo di confronto fra Governo e parti sociali per discutere delle misure necessarie a rafforzare i diritti e le tutele dei lavoratori.