Tentativi diplomatici per allentare le tensioni tra le parti

Le tensioni in Medio Oriente potrebbero aggravarsi ulteriormente nelle prossime ore. O almeno questo è il timore degli Stati Uniti e dei loro alleati che, secondo Bloomberg, ritengono potenzialmente «imminente» un attacco con missili o droni da parte dell’Iran (o di gruppi riconducibili in qualche misura a Teheran) contro Israele. L’Iran ha intensificato le sue minacce dopo il raid – attribuito proprio alle forze israeliane – contro le sue strutture diplomatiche a Damasco, in Siria. Ora Washington sostiene che dalle parole gli iraniani potrebbero passare ai fatti e per questo – riferisce l’agenzia Reuters – l’inviato statunitense per il Medio Oriente, Brett McGurk, avrebbe contattato i ministri degli Esteri di Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Qatar e Iraq, confidando in una mediazione. Israele, a sua volta, si è detto pronto ad eventuali risposte, a conferma di una situazione che appare alquanto instabile. E sul fronte della guerra con Hamas non si registrano ancora passi avanti davvero significativi sul piano diplomatico. Intervistato da Al Jazeera, il membro dell’ufficio politico del gruppo palestinese, Basem Naim, ha accusato il premier israeliano Benjamin Netanyahu di ricorrere a «strumenti sporchi» per compromettere i colloqui per il cessate il fuoco a Gaza. Tuttavia Israele è in attesa di una risposta di Hamas alle proposte dei mediatori internazionali e per questa sera, quando in Italia saranno le 18.30, è attesa una riunione del Gabinetto di guerra (sul tavolo, quasi certamente, anche le tensioni con l’Iran). Intanto l’esercito israeliano ha annunciato l’apertura di «un nuovo valico di terra al confine nord della Striscia per consentire più aiuti diretti ai civili nelle aree in cui è stato difficile l’accesso ai camion».