di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL

L’esplosione alla centrale idroelettrica Enel Green Power del Lago di Suviana ha causato una strage inaccettabile. Un evento che rappresenta l’ennesimo episodio di una serie di drammi che vorremmo finalmente relegare nel passato, mentre, invece, come dimostra questa nuova tragedia, la salute e la sicurezza sul lavoro sono ancora una meta da raggiungere, anziché diritti acquisiti come dovrebbero essere. Il nostro sindacato è profondamente addolorato per questo incidente, nel quale hanno perso la vita tre persone, quattro risultano disperse e diverse altre sono rimaste ferite, anche gravemente. L’Ugl, la Confederazione come l’Ugl Emilia-Romagna, rappresentata da Tullia Bevilacqua, è vicina alle vittime, alle loro famiglie ed anche alle squadre di soccorso, tra cui vigili del fuoco, carabinieri e personale medico, che stanno operando incessantemente per mettere in sicurezza la zona e prestare assistenza alle persone coinvolte. Adesso è essenziale un aiuto concreto nei confronti dei superstiti e delle famiglie delle persone decedute, ma è altrettanto necessario comprendere perché sia avvenuto tutto questo, verificare le responsabilità, “fare luce”, come detto dal Capo dello Stato, e punire adeguatamente chi, eventualmente, si sia macchiato di omissioni sulle normative di sicurezza. Normative fondamentali, da rispettare rigorosamente, sempre ed in ogni circostanza, tanto più in ambiti potenzialmente pericolosi come le centrali elettriche. Serve un impegno maggiore, congiunto fra Istituzioni e Parti Sociali, per fermare una strage capillare ed ormai intollerabile. Poche ore prima dei tragici fatti di Suviana, c’era stata, infatti, un’altra brutta notizia. Un altro incidente fatale sul lavoro, vittima un operaio di 58 anni, rimasto folgorato ieri mattina mentre si occupava della nuova strada in costruzione tra Taranto e Avetrana, a causa di un contatto con dei cavi ad alta tensione. Fatti come questi, come quello della diga in Emilia-Romagna, così tragico per la sua gravità e per il numero di persone coinvolte, ma anche come quello accaduto in Puglia, ultimo di una serie quotidiana di morti sul lavoro, fotografano un problema evidente ed ancora irrisolto, cioè la mancanza di sicurezza. Nei primi due mesi del 2024, quindi considerando solo gennaio e febbraio, in base ai dati dell’Inail, le morti sul lavoro sono state 119, il 19% in più dello scorso anno, e siamo in attesa dei numeri aggiornati a conteggiare quanto accaduto nelle settimane successive. In una situazione come questa, dire “basta” alle cosiddette morti bianche, non è più sufficiente: bisogna agire, di più e meglio. Intervenendo sulla prevenzione per evitare il ripetersi di simili tragedie, aumentando significativamente i controlli per verificare il rispetto delle norme e promuovendo una vera e propria cultura della sicurezza sul lavoro, a cominciare dalle scuole secondarie.