di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL

Al netto dell’esito delle inchieste che tra Bari e Torino stanno mettendo in seria difficoltà un partito e una coalizione, che fanno della moralità la propria cifra distintiva, e alla viglia di due prove elettorali importanti, come le Regionali e le Europee, va evidenziato su quali e quanti vantaggi il centrodestra può contare, e non da oggi.
Se il centrosinistra sta cercando, senza riuscirvi, anzi, ancora peggio, trovando continui ostacoli ad ogni tentativo, di costruire il cosiddetto “campo largo”, il centrodestra il suo campo già ce l’ha e ben arato. Un campo, certamente, non privo di complessità e di articolazioni, che rappresentano, insieme, la capacità di portare in dote all’elettorato un’offerta plurale. Una coalizione che ha già dimostrato, nel tempo, di potere e di sapere governare.
Paradossale, ma vero, il centrodestra in decenni di battaglie politiche subite a colpi di inchieste giudiziarie, a livello nazionale e locale, si è temprato, sviluppando una resistenza che il centrosinistra e, in particolare, il Pd, invece, non hanno ancora dato prova di possedere. Dimostrazione ne sia il “decalogo” o codice di autoregolamentazione che oggi sarà approvato in Campania, ma estensibile a tutto il territorio nazionale, per i candidati Dem. E per quelli che, invece, eletti lo sono già un codice non esiste? È una domanda da porsi, vista la caratura degli indagati, in particolare a Torino, dove è sotto inchiesta un alto esponente Dem di 83 anni, considerato uomo forte del partito, in particolare nello spostare voti e assicurare un elevato numero di tessere, che ha costretto il figlio, capogruppo regionale e (ormai ex capolista) alle prossime regionali sempre Dem, a dimettersi. Stessa cosa pensando a Bari e all’assessora ai Trasporti della Regione Puglia, Anita Maurodinoia, in quota Pd ma proveniente dal centrodestra, coinvolta nell’inchiesta sulla corruzione elettorale, che per un voto avrebbe promesso soldi o un posto di lavoro come docente, badante o operatore sociosanitario.
Altro luogo comune da sfatare, la capacità del centrosinistra di rappresentare e di parlare ai giovani. Posto che la giovane segretaria Elly Schlein è stata catapultata ai vertici del partito proprio da quei “cacicchi e capibastone”, dei quali l’eterno aspirante alleato Giuseppe Conte, leader del Pd, la invita al più presto a liberarsi, per contrastare la figura della prima presidente donna del Consiglio italiana, Giorgia Meloni, l’alternativa alla stessa Schlein, che si sta profilando all’orizzonte, è un non giovanissimo Paolo Gentiloni.
Il centrodestra possiede quelle appena indicate e altre carte per prevalere ancora e crescere nei prossimi anni, purché riesca a mantenere, se non ancora di più a rinsaldare, quella qualità che a sinistra si continua ancora disperatamente, ma inefficacemente, a ricercare: la coesione. Seppur messa, o forse proprio per questo, infinite volte alla prova.