di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale UGL

I dati provvisori dell’Inail relativi ai primi due mesi del 2024, riguardanti gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali in Italia, descrivono una situazione da monitorare con molta attenzione. I numeri dell’Inail riguardano le denunce e non i casi acclarati ed è necessaria “cautela” prima di quantificare e quindi commentare in modo definitivo il fenomeno, come richiesto dal ministero del Lavoro. Bisogna, quindi, attendere gli accertamenti amministrativi e sanitari dell’Istituto. Detto questo, si tratta comunque di un quadro preoccupante che deve indurre a non abbassare la guardia di fronte a una piaga che non può essere tollerata in un Paese avanzato. Attualmente, infatti, sulla base di queste informazioni provvisorie, la tendenza non lascia ben sperare. Nei primi due mesi dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2023, si è registrato un aumento del 7,2% nelle denunce di infortunio sul lavoro, portando il totale a 92.711 casi. Di particolare allarme è l’incremento del 19% nei casi di infortunio con esito mortale, che sono saliti a 119. L’incremento degli infortuni si è verificato sia durante il lavoro che in itinere, con maggiormente coinvolti i settori più a rischio come costruzioni, sanità e assistenza sociale, trasporti. In attesa delle verifiche Inail, i casi mortali sarebbero già 119, con un aumento del 19% rispetto al primo bimestre dell’anno scorso, verificatisi soprattutto nei settori dell’industria, dei servizi e dell’agricoltura. In aumento anche le patologie di origine professionale denunciate, 14.099, +35,6% rispetto allo stesso periodo del 2023, riguardanti soprattutto malattie del sistema osteo-muscolare, del tessuto connettivo, tumori e patologie respiratorie. L’incremento delle denunce di infortunio più significativo al Nord-Ovest, i casi mortali, invece, soprattutto al Sud e nelle Isole. Coinvolta sia la componente maschile che femminile della forza lavoro e molti lavoratori stranieri. Significativo il dato dell’aumento degli infortuni tra gli studenti in alternanza scuola-lavoro. Pur aspettando i risultati dell’iter di verifica delle denunce, i dati sottolineano la necessità di adottare ulteriori misure per rafforzare la sicurezza sul lavoro e per contrastare efficacemente questo fenomeno preoccupante. Positive, in questo senso, le decisioni già adottate, ovvero quelle relative all’inasprimento del regime sanzionatorio e le nuove norme di prevenzione e contrasto al lavoro irregolare previste nel Dl Pnrr. Ora, però, occorre proseguire su questa strada, mantenere alta la guardia, puntando sulla formazione ed identificando altre strategie per ridurre gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, attraverso la prosecuzione del tavolo fra Governo e parti sociali, per affermare in modo sempre più efficace il diritto alla salute e alla sicurezza sul lavoro.