Verso l’estero

In passato, si è molto discusso sui pensionati emigrati all’estero allo scopo di usufruire di un prelievo fiscale inferiore a quello nazionale e di un costo della vita più conveniente, ma questa tendenza ora è in diminuzione sia perché i costi stanno aumentando dovunque in Europa (a causa principalmente della guerra ucraina) sia perché stanno cessando le agevolazioni fiscali, anche su pressione italiana, ma anche per rimostranze più locali, come in Portogallo. Dai dati complessivi dell’Inps risulta che i pensionati di origine italiana residenti all’estero sono in tutto 274.544, per i quali si erogano 1.400 milioni di euro: si tratta di persone che avevano già lavorato in Italia e poi emigrate per lavoro.

Ritorno a casa

Detto dei circa 275mila italiani che hanno scelto di passare gli ultimi anni di vita, quelli da pensionati, all’estero (una delle mete più gettonate, in questo momento, è tornata ad essere la Tunisia), ve ne sono invece altre 400.000 che sono lavoratori rientrati in Patria dopo aver lavorato all’estero e ricevono circa 3 miliardi di euro dagli enti previdenziali dei Paesi dove hanno lavorato: quindi, facendo due conti, per lo Stato vi è un avanzo netto di 1.600 milioni di euro. Quelli tuttora emigrati e residenti in Paesi come Portogallo, Spagna, Tunisia ed altri del Mediterraneo sono 12.000 e, in genere, hanno pensioni piuttosto elevate che consentono e favoriscono l’espatrio e la vita all’estero.