Recupero difficile

Nel bilancio preventivo dell’Inps per il corrente anno approvato dal Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Istituto, sono stati indicati i crediti dell’Ente sia per contributi non riscossi e relative sanzioni sia per il recupero di prestazioni non dovute. Essi ammontano a 196 miliardi di euro, con un aumento di circa 13 rispetto all’anno precedente. Tuttavia, di questi crediti ben 119 miliardi sono stati trasferiti nel corso degli anni al Fondo Svalutazione perché di fatto sono risultati inesigibili per diverse motivazioni come la scomparsa dei debitori (persone fisiche o imprese), fallimenti, prescrizioni, inesistenza del credito, ed altro. Da rilevare che tra i crediti dichiarati inesigibili meno della metà, ossia 55 miliardi, riguardano il rapporto di lavoro privato che tuttavia comprende la maggior parte degli assistiti dell’INPS. Resta in carico, quali crediti attivi che potrebbero essere riscossi, l’ingente cifra di 76 miliardi: se gran parte di essi fossero recuperati effettivamente, il bilancio dell’Istituto ne trarrebbe un grande beneficio riducendo l’apporto delle anticipazioni da parte della finanza statale. Tuttavia, è necessario, per ottenere questo risultato, rafforzare con personale qualificato e strutture operative adatte gli uffici che si occupano di questa importante materia: ciò è opportuno non solo allo scopo di migliorare la situazione economica dell’INPS ma anche per ragioni di equità rispetto a tutti i contribuenti o beneficiari che rispettano le norme.