Nel 2023, forte impennata degli assegni sociali e dell’invalidità civile

I rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl chiedono, da tempo, di dare maggiore evidenza del peso dell’assistenza all’interno del bilancio dell’Inps, anche perché i numeri disponibili sembrano confermare come spesso si abbia una percezione errata sulla spesa previdenziale nel nostro Paese, soprattutto a Bruxelles. Secondo l’ultimo report prodotto dall’Istituto previdenziale, il 2024 si è aperto con poco meno di 17,8 milioni di pensioni in pagamento. Di queste, oltre 13,6 milioni, pari al 76,7% del totale, sono di natura previdenziale, mentre circa 4 milioni e 150mila, il 23,3%, è di natura assistenziale. Ciò si traduce in 248,7 miliardi di spesa complessiva, con le varie forme di assistenza che producono una spesa di circa 26 miliardi. Il 47,1% delle pensioni in pagamento riguarda i lavoratori dipendenti, a fronte del 28,3% di pensioni erogate a lavoratori iscritti alle diverse gestioni del lavoro autonomo. Guardando al solo 2023, le nuove pensioni erogate sono state un milione e 364mila: il 48,6% è di natura assistenziale, in pratica più del doppio della media generale. Le pensioni coperte da contributi vedono una forte preponderanza maschile, soprattutto se trattasi di pensione anticipata o di anzianità contributiva, mentre la pensione di vecchiaia vede le donne ad oltre il 60%. Rispetto all’assistenza, nel 20,4% dei casi si tratta di pensione o assegno sociale e nel 79,6% di invalidità civile.