Pmi, per il 40% del terziario “il green” costa troppo. Ma rendere la propria attività sostenibile è un obiettivo importante per il 60%

Si deve «affrontare la transizione in modo pragmatico». Lo ha detto il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, alla presentazione del progetto “Imprendigreen”, che accompagnerà le imprese del terziario di mercato sul percorso della transizione ecologica, in collaborazione con la Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna di Pisa ed Enea, e con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. Transizione che va accompagnata, perché i dati, infatti, parlano di difficoltà ancora cospicue da affrontare per le piccole e medie imprese del settore. Oltre il 50% delle imprese del terziario, che investono in green, hanno tra i 7 e i 15 dipendenti, ma per le più piccole la strada della transizione ecologica è ancora faticosa. Costi e burocrazia, gli imputati: il 40%, sensibile alle tematiche ambientali, afferma, tuttavia, che i costi necessari per diventare sostenibili sono alti, il 25% lamenta eccesso di burocrazia e norme di difficile comprensione e interpretazione. Se il 40% sceglie la sostenibilità per responsabilità ed impegno etico, il 32% adotta comportamenti sostenibili perché conviene, il 27,8% delle imprese lo fa anche per un miglioramento della reputazione verso clienti/fornitori. Per il 64%, green è sinonimo di riduzione dell’impatto ambientale, ma per il 44% attuare iniziative per il benessere fisico e mentale dei dipendenti; per il 42% progettare attività di formazione e crescita professionale. Riconoscere la propria attività come sostenibile è, dunque, un obiettivo importante e il 60% degli intervistati lo fa, non solo per rispondere alle richieste esterne, ma perché è qualcosa in cui crede.

Imprese, Pichetto: «Nostro sistema sempre più sostenibile»
Secondo il ministro dell’Ambiente e della sostenibilità energetica, «abbiamo un sistema industriale sempre più green perché è all’avanguardia, perché noi vinciamo, siamo migliori nel produrre».