Forte contrarietà delle organizzazioni sindacali verso la possibile privatizzazione

I sindacati di categoria di Cisl, Cgil, Uil, Ugl, Cisal e Confsal chiedono che sia fatta chiarezza nel più breve tempo possibile perché siamo davanti ad una questione di forte impatto sul personale dipendente, circa 119mila unità, ma anche sul territorio. L’ipotesi, ventilata da qualche parte, di privatizzazione di Poste Italiane sta alimentando la preoccupazione delle organizzazioni sindacali, che vorrebbero avere rassicurazioni dal governo. Per i sindacati, i primi a rischiare, oltre ai dipendenti, sono soprattutto le categorie più fragili di cittadini, ad iniziare dagli anziani residenti nei piccoli comuni, per i quali l’ufficio postale rappresenta spesso l’unico presidio della pubblica amministrazione. In queste settimane, i sindacati hanno chiesto l’apertura di un tavolo di confronto, cosa che finora non è avvenuta, ed è per questa ragione che le sigle hanno proclamato una mobilitazione della categoria, con iniziative diffuse sul territorio ed una manifestazione unitaria nella capitale. Nei mesi scorsi, il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, aveva parlato di possibile cessione di quote, per un corrispettivo di 3,5 miliardi di euro, pur mantenendo il controllo nelle mani dello Stato, direttamente e per il tramite di Cassa depositi e prestiti. Poste Italiane ha distribuito dividendi per 3 miliardi di euro negli anni scorsi, in larghissima parte proprio al socio pubblico.